TRATTAMENTO DEL DOLORE MIO-FASCIALE
CON ONDE D’URTO RADIALI
Introduzione
Le sindromi dolorose mio-fasciali sono oggigiorno patologie di sempre più frequente riscontro, in entrambi i sessi, verosimilmente correlate al diverso stile di vita acquisito nell’era moderna. Per il loro trattamento vengono proposte diverse metodologie terapeutiche di interesse sia medico che riabilitativo.
Scopo di questo lavoro è di verificare l’utilità terapeutica delle onde d’urto radiali (che possono essere ricercate nei vari portali anche come r.E.V.A. Therapy: radial Extracorporeal Vibration Acustic Therapy o come r.E.S.W.T.: radial Extracorporeal Shock Wave Therapy) in tali problematiche.
Le onde d’urto radiali possono raggiungere una profondità d’azione che varia da 2 a 3 cm circa. Il meccanismo d’azione che queste sembrano avere sul dolore, essendo ancora oggetto di studio ed approfondimento scientifico, è ipotizzato in un effetto di controirritazione e di modulazione del dolore attraverso gli interneuroni GABAergici situati nelle corna posteriori del midollo spinale. L’effetto pressorio e vibratorio delle onde d’urto è efficace nel determinare una decontrattura e rilasciamento muscolare e sembra avere un’azione diretta sulla riduzione dell’ischemia locale e delle sostanze vaso-neuro attive locali, entrambi responsabili del dolore, favorendo una migliore perfusione sanguigna e linfatica dei tessuti trattati ed una neoangiogenesi locale.
Tutti questi meccanismi d’azione diretti ed indiretti delle onde d’urto sui tessuti irradiati sono responsabili dell’efficacia terapeutica immediata riscontrabile clinicamente che si esplica con la diminuzione della tensione muscolare e l’eliminazione del dolore, favorendo il precoce recupero funzionale della parte trattata.
Caso clinico
giunge alla nostra osservazione un uomo di 25 anni, in abs, per la comparsa di dolore in sede laterale di coscia sx, presente anche a riposo, comparso dopo una sessione di allenamento a corpo libero.
Per la valutazione del dolore prima del trattamento con onde d’urto ed il risultato conseguito alla fine del programma di sedute previsto è stata utilizzata la Scala Analogica Visiva (VAS) di Scott e Huskisson: il pz attribuisce valore 3 al dolore a riposo, 7 alla flessione dell’arto inferiore controresistenza, 6 all’abduzione controresistenza, 7 all’ estensione d’anca a ginocchio flesso controresistenza, libero e non dolente il resto; rom passivo libero e non dolente eccetto per l’intrarotazione con flessione a 90° in cui il paziente riferisce dolore però a 6. Il paziente presenta certificato specialistico che indica diagnosi di dolore mio-fasciale nella regione della bendelletta ileo-tibiale, datato qualche giorno prima.
Materiale e metodo
E’ stata utilizzata un’apparecchiatura ad onde d’urto radiali (rESWT), Astar Impactis M+, che possiede pressione variabile tra 1.0 e 5.0 bar, frequenze comprese tra 1 e 25 Hz e sessioni fino a 10000 colpi in modalità continua; trasmettitori in acciaio ed in titanio (particolarmente indicato per le zone profonde) da 10 a 35 mm.
Per preparare la zona, si è scelto di dedicare qualche minuto di trattamento alla zona interessata tramite l’utilizzo di IASTM.
E’ stato utilizzato il seguente protocollo terapeutico:
- Tensore della fascia lata: applicazione a scorrimento con trasmettitore in acciaio da 15 mm; intensità 2,0/2,5 bar; frequenza 15hz; 2000 impulsi in accesso laterale, con paziente supino e con arto in trattamento accavallato sopra l’arto controlaterale;
- Fascia lata: applicazione a scorrimento in modalità Interval (che permette il passaggio da impulsi singoli alla modalità continua semplicemente tenendo premuto per qualche secondo il pulsante d’avvio presente sul manipolo, per poi tornare agli impulsi singoli alla successiva pressione dello stesso) con trasmettitore in acciaio da 20 mm; intensità 2,5 bar; frequenza preimpostata dalla modalità scelta; 4000 impulsi suddivisi tra scorrimento a modalità continua e impulsi singoli con pressione del manipolo sui vari trigger trovati.
Subito dopo, è stata sfruttata la parziale analgesia ottenuta per effettuare esercizio terapeutico con applicazione di flossing therapy.
Dopo la prima seduta, il pz riferisce i seguenti valori della scala VAS: dolore 1 a riposo, 2 alla flessione e alla abduzione controresistenza, 3 all’estensione dell’anca a ginocchio flesso controresistenza, 2 alla flessione e intrarotazione passive.
Sono state effettuate 2 sedute a frequenza settimanale, con il paziente in graduale miglioramento dopo ogni sessione fino a completa scomparsa della sintomatologia algica. Al pz sono stati consigliati degli esercizi di rinforzo e allungamento da svolgere autonomamente dopo la seconda seduta e di proseguirli per una settimana quotidianamente, per poi procedere al ritorno all’attività a corpo libero, a cui saranno integrati bilateralmente. Lo stesso è stata invitato a controllo tra 15 gg.
Risultati e considerazioni
Il risultato ottenuto sin dalla prima seduta sulla paziente trattata è stato di immediata e quasi completa risoluzione ed efficacia sulla sintomatologia, nonché di elevata tollerabilità e facile applicazione, al punto da affermare che l’utilizzo delle onde d’urto radiali nelle patologie dolorose di spalla apre nuovi orizzonti terapeutici utili in campo riabilitativo e non solo.
Pertanto, da ciò è scaturito che l’efficacia immediata di questa metodica sul dolore e l’impotenza funzionale permette la possibilità di attuare da subito strategie e tecniche di rieducazione funzionale utili e necessarie ad ottenere recuperi stabili e duraturi.